Il progetto si pone l’obiettivo di promuovere il territorio abruzzese attraverso le sue peculiarità enogastronomiche, con particolare focus sulla sostenibilità dei prodotti e sulla tutela delle tradizioni locali.
Questo secondo itinerario ci porta alla scoperta delle bellezze, delle bontà e dei personaggi che hanno contribuito a rendere indimenticabili questi tre giorni trascorsi in terra abruzzese, in particolare le località che andremo a visitare sono: Tollo, Guardiagrele, Casoli e Balzolo di Pennapiedimonte.
Per darvi un’idea vi segnalo sulla cartina il percorso
Tollo (CH)
Sempre nella provincia di Chieti (dista circa 22 km da Chieti),
Tollo è uno dei 20 comuni che aderisce all’
Associazione Città del Vino d’Abruzzo e questa la dice tutta, in quanto a
Tollo è presente la
Cantina Tollo che è
tra le più importanti e consolidate realtà del settore vitivinicolo italiano.
Vedere quello stabilimento è impressionante: un impianto enorme di produzione, affinamento e invecchiamento del vino. Nato nel 1960, quando le campagne si spopolavano e molti italiani lasciavano il Paese alla ricerca di un futuro migliore, i vecchi viticoltori scelsero di rimanere tra i lori vigneti dando inizio alla pluripremiata
Cantina Tollo. La cooperazione è stata la carta vincente che non ha fatto emigrare 4750 abitanti. La
Cantina ha determinato un cambiamento radicale nella geografia viticola regionale, crescendo al punto tale da far diventare
Tollo una vera e propria “
Città del Vino“.
Pensate che la Cantina Tollo produce 11 milioni di bottiglie, 750 mila quintali di uva e 600 ettolitri di vino. Di questo quantitativo si imbottiglia solo il 20 per cento, il resto viene venduto sfuso. Questo tipo di attività legata al vino ha consolidato anche il lavoro di 5 artigiani che fabbricano attrezzi per l’agricoltura e Tollo vanta anche un piccolo distretto della meccanica agricola.
Le notizie riportate ci sono state descritte dal Sindaco di Tollo,
Angelo Radica, che ci ha accolti con orgoglio, raccontandoci l’attività principale del paese e il suo
Enomuseo. Molto amato dai tollesi il Sindaco
Radica è uno dei pochi sindaci italiani che ascolta la voce dei cittadini anche attraverso i social! Una persona eccezionale oltre ad essere molto presente e lungimirante, ama il suo territorio e ne va orgoglioso.
Eno perchè non solo entrando nel museo tutto parla del vino e della sua lavorazione, ma anche perchè il museo è un’enoteca fuori dal comune: l’edificio, sede dell’Enomuseo è una struttura su più piani in pietra, ristrutturata per volontà del sindaco attuale, inaugurato il 24 maggio del 2015. Ogni piano ha un nome come per esempio: Spazio della Memoria, dove sono esposti tutti attrezzi di origine contadine: torchio, giogo per vacche, ebulliometro (uno strumento di misura del grado alcolometrico approssimativo di un vino)…tutti oggetti donati al museo dai Tollesi.
Bellissima è la “Tavola dei Cafoni” una tavola apparecchiata esattamente come quella dei contadini, preziosi pannelli esposti che raffigurano le ricerche fatte dal Sindaco nell’Archivio di Stato, fogli del Catasto di Tollo del 1929 dove già allora aveva una buona cultura del vino.
La prima domenica di agosto a Tollo si festeggia una battaglia importante: la leggenda dice che durante l’invasione turca nel 1566 dopo Lepanto i turchi devastarono la costa pugliese e parte dell’Abruzzo dirigendosi verso Roma per uccidere il Papa. Durante il tragitto passarono per Tollo, dove i Tollesi barricati dietro le alte mura li respinsero e dopo ripetuti attacchi comparve la Madonna del Rosario e i Turchi si convertirono e Tollo si salvò. Quindi la prima domenica di agosto si festeggia la vittoria, la mancata battaglia e il mancato pericolo! Nella piazza viene ricostruita questa battaglia tra turchi saraceni e cristiani, ovviamente in costume tra combattimenti all’arma bianca e fragorosi lanci di cocomeri, acqua calda e spaghetti! In tutte le finestre di Tollo viene esposta la bandiera turca e la bandiera cristiana con la croce.
Nell’Enomuseo troviamo le prime bottiglie della
Cantina Tollo donate dai cittadini. Qui è anche possibile acquistare il vino e potete trovare cantine come
Citra, Collefrisio, Tenuta Arabona, Tiberio si tratta di tollesi che hanno acquistato terreni fuori da
Tollo in quanto a Tollo gli appezzamenti validi sono frazionati fra più persone e quindi invendibili. Producono eccezionali vini spumantizzati come la
Passerina, il
Pecorino, la
Cococciola: grandi vini autoctoni.
Lo sapevate che Tollo è l’unico comune che la la raccolta differenziata di sughero e il ricavato va in beneficienza? Ma con il sughero artisti locali espongono anche delle loro opere all’interno del’Enomuseo
L’Enomuseo ha anche una splendida terrazza tutta in pietra e mattoni con un antico forno recuperato, dei comodi divani, un bel tavolo centrale ad accogliere gli ospiti, per condividere un buon vino spumantizzato e perchè no, dei squisiti fiadoni al formaggio! Qui non solo abbiamo degustato dei vini insuperabili ma abbiamo avuto la sorpresa di avere con noi oltre al Sindaco anche una Sommelier fantastica la signora Angela Pomponio, veramente travolgente, ha saputo con semplicità e passione infonderci le caratteristiche e le peculiarità dei vini in degustazione donandoci una percezione in più guidati dalla sua sensibilità.
La serata a
Tollo l’abbiamo conclusa alla grande, sapevamo che ci attendeva un menu particolare per la cena: un menù a base di baccalà (che adoro), quello che non potevo assolutamente immaginare era come ci sarebbe stao presentato questo baccalà ma sopratutto come sarebbe stato cucinato. La cena era stata organizzata alla
Trattoria Ketty. Dovete andarci, non potete lasciare Tollo senza passare da
Ketty. Il locale è semplice come la sua insegna, anzi direi quasi insignificante tanto da passare inosservata ma la sua fama ha oltrepassato l’aspetto esterno e interno del locale. Ti devi sedere ed ordinare, devi lasciar fare a Matteo Brunetti che ti consiglierà i piatti della Signora Anna Caterina, la chef bravissima che vi stupirà con i suoi piatti innovativi, con ottime materie prime del territorio: se amate il baccalà, come me, avete trovato il posto giusto gustosi
Bocconcini arrosto con i peperoni in guazzetto, oppure
panato e fritto o nella
chitarra con baccalà e pomodorini, altrimenti trovate piatti del territorio e della cultura abruzzese come “
Sagne e Fasciule“, le “
Cotiche e Fasciule“, le “
Pizze e Foje” e la “
Chitarrina al Ragù di agnello” “
Pallotte Cacio e Ove“, le “
Polpette di Carne“, il “
Pollo di li terre a nustre” e gli
arrosticini di pecora “
Cunije Sott’ lu Coppe” (su prenotazione), “
Pizza Scima” e “
La culazione di prime“.
Non mi voglio dimenticare nessuno di questo tour perchè ogni persona che ho incontrato, conosciuto e condiviso vale la pena raccontare, solo per la passione con cui descrivono la loro attività e i loro prodotti. Ma ora lasciamo
Tollo e partiamo alla volta di
Guardiagrele la città di
Emiliana dell’Arciprete (
Abruzzo4foodies) la nostra guida abruzzese che non ringrazierò mai abbastanza per averci fatto conoscere tutto questo.
Guardiagrele dista circa 27 km da Chieti. La cittadina sorge in collina con una spledida vista che va dall’imponente massiccio della Maiella all’azzurro Adriatico. L’alternanza di pietra e mattoni nei suoi bei palazzi e nelle chiese e gli artistici balconi in ferro battuto sono la caratteristica del borgo, da sempre famoso come centro culturale ed artistico.
Al mattino andate a trovare
S.Cristoforo e guardatelo negli occhi e vedrete che la giornata andrà bene, così dice la tradizione locale!
La passeggiata nel centro storico di Guardiagrele è d’obbligo! Palazzi, chiese, arcate uno spettacolo di imponenza architettonica, ogni strada o vicolo ti conduce ad una meraviglia da vedere. Noi ci siamo diretti al mercato (solo la domenica) e malgrado il tempo che non ci ha assistito abbiamo potuto ammirare i colori e i profumi sia dei fiori che dei prodotti esposti. Non perdetevi i formaggi e la porchetta!
A questo punto era d’obbligo andar per pasticcerie perchè la pasticceria abruzzese è famosa per la varietà e la bontà dei dolci tradizionali. Prima tappa da non perdere la pasticceria Palmerio dal 1884, una pasticceria bellissima con oggetti antichi e un profumo di aromi per pasticceria, assolutamente da vedere l’interno dal lampadario alla collezione di bottigliette di essenze e i contenitori di legno e vetro.
La seconda pasticceria visitata è la storica Pasticceria Lullo fondata a fine ‘800 produce un dolce unico e prelibato, le “Sise delle Monache” a base di Pan di Spagna farcito con crema pasticcera con tre protuberanze spolverate di zucchero a velo. Si dice che siano le tre cime più alte della Maiella, ma la leggenda dice anche che le monoche non potendo mostrare le forme usavano coprire il seno con delle bende schiacciandolo da sembrare tre. Gli ingredienti sono segreti, non si conosce la ricetta originale che sembrerebbe semplice visto come è composto ma in reltà l’unicità è data dal sapore di un mix di aromi difficili da individuare.Questo dolce è tipo solo di Guardiagrele ed è incluso nei prodotti tipici di qualità del MIPAAF (Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali) è annoverato nell’Atlante dei prodotti tipici del Parco Nazionale della Maiella ed ha ottenuto il marchio Slow Food di qualità.
L’artigianato a
Guardiagrele è ancora un punto forte. Oggi i maestri artigiani lavorano il ferro battuto con tradizionale maestria e moderna creatività. Non a caso il paese è sede della
Mostra dell’Artigianato Artistico Abruzzese. I Lavori migliori del ricco e rinomato artigianato regionale sono esposti qui ogni estate nell’antico convento delle suore francescane di
Guardiagrele dal
1 al 20 Agosto. L’esposizione delle creazioni in ceramica, ferro battuto, legno, rame, pietra, tessuti, oreficeria e tombolo è stata riconosciuta manifestazione fieristica di livello nazionale. Un esempio dell’artigianato locale a
Guardiagrele sono le
Ceramiche d’Arte di Stefania Santone, Operatrice della ceramica artistica, Stefania ha seguito un corso di decorazione di ceramica artistica dal maestro
Bontempo, vive e lavora a
Guardiagrele dove la bellezza dei luoghi incontaminati l’ha ispirata nella realizzazione delle sue opere. Nel 2006 si è aggiudicata il primo premio al concorso biennale a tema alla Mostra dell’Artigianato Artistico Abruzzese.
Lasciamo ora
Guardiagrele e partiamo per
Casoli (CH) meta del
Trappeto di Caprafico, azienda agricola fondata nel 1874 dalla famiglia
Masciantonio, adagiata sulle dolci colline abruzzesi e completamente immersa tra oliveti vigneti, protetta dalla maestosa montagna madre Majella. Il trappeto produce olio e patè di olive, ha ricevuto negli ultimi anni numerosi premi riconoscimenti.
Casoli dista circa 40 km da Chieti a “Casele è nu paese belle e chiare addò né menche meje nesciuna cose” “Casoli è un paese bello e luminoso dove non manca mai niente”. Casoli si adagia su una delle più alte colline della valle del Sangro Aventino, ai piedi della Majella, “la Montagna Madre” degli abruzzesi o “padre dei monti”, come la definì Plinio il Vecchio nella “Naturalis Historia”. Da Casoli, per la sua posizione geografica, immerso nello splendido scenario del parco naturale della Majella e della verde Valle del Sangro Aventino, nello stesso giorno è possibile raggiungere comodamente in 20 minuti sia le spiagge del mare Adriatico che la natura incontaminata della Majella, la seconda montagna più alta dell’Appennino con i sui 2793 mt.
Dal punto di vista turistico e paesaggistico, Casoli ha tutte le caratteristiche per essere definito un comodo e accogliente “campo base” per iniziare l’avventura alla scoperta delle bellezze ambientali-culturali-storiche presenti in tutto il territorio circostante, ricco di tradizioni e di bellezze naturali indimenticabili, itinerari incontaminati e suggestivi, ideali per trascorrere serenamente una piacevole vacanza all’insegna della qualità ambientale e della genuinità.
A Casoli la mattina si va al mare, il pomeriggio in alta montagna e la sera nel bel paese… Dove non solo si mangia benissimo ma dove le produzioni locali sia di vino che di olio ne fanno una meta da non perdere
, per questo la nostra guida Emiliana ci ha condotto all’
Azienda Trappeto di Caprafico.
Per chi non conosce il posto non ti aspetti questa meraviglia a 500 m altitudine azienda e abitazione su due altipiani di natura calcarea di quota e gli oliveti solo varietà autoctone legate al territorio, di varietà Intosso e Gentile di Chieti, piantati sui ciottoli. L azienda è di 40 ettari 5500 alberi 4500 di proprietà e un migliaio in affitto, la maggior parte secolari anche se non danno l’idea e sono alberi di
taglia piccola. La parte più giovane hanno 65 anni totalmente biologica da diversi anni ormai. L ulivo qui vive e cresce in maniera naturale i parassiti qui non ci sono perché l’inverno è molto freddo e oltretutto questi altipiani sono molto ventilati e gli insetti non amano il vento ma vivono bene con l’umidità.
Il proprietario Tommaso Masciantonio, preparatissimo giovane imprenditore, vive qui con la moglie Elena e i suoi bambini. Pensare ad una vita qui, con un lavoro così appassionante e pieno di soddisfazioni in un luogo meraviglioso immerso in una natura selvaggia ti fa venir voglia di cambiare! Tommaso ama profondamente la sua terra e il suo lavoro, sentirlo descrivere tutte le varie fasi della lavorazione delle olive e i metodi modificati nel tempo per arrivare ad un valore aggiunto che è la salubrità del suo olio non ha prezzo! Abbiamo visitato il suo piccolo stabilimento, curatissimo dove ha illustrato le peculiarità di ogni macchinario e tutti i veloci passaggi che compiono le sue olive. La raccolta avviene ai primi di ottobre per avere un erbaceo più presente, l’olio sarà più verde e migliore a livello qualitativo. Più è verde e più è ricco di antiossidanti il vero valore aggiunto. Tutto si svolge in breve tempo perchè l’oliva non deve colpita o rovinata e con i moderni macchinari si evita il più possibile il contatto con l’aria per evitare ossidazione, si inizia al mattino e si lavorano il primo pomeriggio.
La varietà Intosso, che non conoscevo, oltre ad essere un’oliva da olio è anche da tavola, belle olive grandi e carnose deliziose. Le olive sono grandi ma producono poco olio con sentore maggiore e poche varietà hanno questa peculiarità.
La temperatura ideale per la conservazione dell’olio è di 17 gradi. L’Azienda ha dei grandi fusti in acciaio con dei tubi trasparenti da dove entra gas azoto che permette di spillare l’olio senza aprirlo e senza far entrare aria. Così si conserva nel miglio modo. L’olio deve essere consumato nell’annata di chi fa produzione perchè non rimane identico nel tempo, si impoverisce e perde aromi e la parte fenolica. L’Azienda produce circa 30 mila di olio l’anno e in stagioni poco proficue anche 20 mila.
Ottima anche la produzione di vini, qui in Azienda ci sono terreni con ordinatissimi filari, ettari di vista a vite meravigliosi. L’azienda produce un ottimo Pecorino Superiore Mantica da provare ve lo assicuro. Noi abbiamo avuto il privilegio di sorseggiarlo con l’ottimo pranzo preparato dalla signora Elena che ci ha accolto con bruschette e olio extravergine di oliva Intosso (lo potete trovare da Eataly), ve lo consiglio vivamente io stessa dopo averlo assaggiato l’ho acquistato in Azienda, poi un’ottima insalata di farro, verdure grigliate, le meravigliose olive dello stesso olio, formaggi locali, pasta e ceci che insaporita dall’olio extravergine di oliva Intosso era buonissima e per concludere crostata fatta in casa con marmellata.
Per concludere la nostra tre giorni in Abruzzo, Emilina ci ha portate a Pennapiedimonte (CH), un posto surreale, assolutamente da vedere.
Pennapiedimonte (CH)
Pennapiedimonte dista 31 Km da Chieti. Il nome, Pennapiedimonte, “La Pinna ai piedi del monte”, la “Pinna” è la formazione rocciosa che sovrasta il paese, la gente del posto la chiama “Cimirocco”, “ai piedi del monte” perché sorge ai piedi della Majella. Questa Pinna che si trova in località “Balzolo” mt 705 s.l.m., comunque la si guardi, da Est come da Ovest, è somigliante ad una donna seduta col capo chino, nell’atto di accudire qualcosa fra le proprie braccia. Pennapiedimonte è un paese pedemontano ubicato a mt. 669 s.l.m. ai piedi della Majella, su un costone da dove si domina sia il Vallone Tre Grotte, sia il paesaggio esterno fino all’Adriatico. “Il balcone d’Abruzzo” così l’ha definito Ettore Moschino famoso poeta e scrittore Aquilano degli anni venti. Qui c’è una vista sul profondo solco della valle dell’Avello, un enorme canyon ricoperto da vegetazione, sempre di stare all’interno di un film tanto è suggestivo ciò che si pone davanti a noi. Dal Balzolo partono diversi itienerari, noi avendo poco tempo a disposizione percorriamo una via che si chiama Trekking del Linaro, un percorso che conduce alla Madonna delle Sorgenti, costeggiando a destra alte pareti rocciose e ammirando sulla sinistra la splendida veduta panoramica della valle.
Con queste immagini che descrivono la natura prepotente, forte e incontaminata d’Abruzzo, concludo anche il secondo itinerario alla scoperta dei luoghi e del cibo che fanno grande questa Regione.
E voi sicuramente direte: “ma possibile che tutte persone eccezionali hai conosciuto?” – “Si!”