Ho già parlato tante volte di mio figlio….ma non vi ho detto che ne ho un’altro! Ora sobbalzerà chi mi conosce:-) beh, non è proprio un bimbo ma è il Bimbo! Esssssì ce l’ho! Qualcuno avrà già capito ma per chi non avesse ancora compreso ho il lievito madre! Il mio Bimbo. Lo tengo vivo e vegeto in frigo da circa 7 anni. Sempre lui, rinnovato, coccolato, nutrito e rigenerato dalle continue panificazioni di ogni tipo. Credo che il pane sia la cosa che più mi piace fare, che più mi dà soddisfazione. Sarà anche perchè sono stata educata a non sprecarlo o gettarlo! Ho sempre visto riutilizzare il pane secco: mamma lo grattugiava o lo metteva da parte per portarlo da nonna e lei lo utilizzava per i pastoni per i maiali. E guai a giocherellare a tavola con la mollica, era peccato! Quando l’estate andavo in vacanza da mia nonna Santa (così si chiamava) tutti aspettavamo con ansia il momento della preparazione del pane. Mi ricordo che si alzava prestissimo, si metteva un fazzoletto in testa e poi entrava in cantina dove c’era il suo tavolo da lavoro e lì con quel pezzo di lievito, della precedente panificazione, dava vita ad un impasto che montava meravigliosamente sotto le sue mani. Quei filoni tutti messi in fila, a lievitare ore sui canovacci di canapa tessuti a mano su una lunga tavola di legno, e poi con un rito antico come il mondo, prima di essere infornati con la pala venivano incisi e si ringraziava il Signore. Non vi dico che pane! Quel pane durava giorni, giorni e giorni senza mai indurire e senza mai ammuffire ed aveva un sapore tutto suo, un pò acido e profumato al tempo stesso. Beh, quel sapore morì insieme a mia nonna. Ma devo dire che non mi domandavo da dove venisse quel lievito; noi, in città lo compravamo a negozio in cubetti…..quante cose non mi sono mai chiesta pur avendo a disposizione una fonte inesauribile di informazioni se solo le avessi chieste! Ah, che darei per tornare indietro col cervello di adesso! Comunque per la serie “non è mai troppo tardi“, un dì cominciai a dedicarmi al mondo del pane fatto in casa. Iniziai con il lievito di birra a produrre un buon pane, ma non paga mi inoltrai nel magico mondo del lievito madre: miliardi di microrganismi, così operosi da lavorare per me! Certa che sarebbe stato un fallimento, provai: un’albicocca matura aperta e senza nocciolo, due cucchiai circa di farina e una tazzina d’acqua. Tutto in una ciotola lasciata a temperatura ambiente. Pensai: “sei pazza!” Era giugno e molto mi aiutò la temperatura elevata, così dopo qualche giorno nella ciotola ci fù una trasformazione: una massa informe, verdognola, piena di bollicine di aria e anche maleodorante…..oddio che schifo! E invece si era compiuto il miracolo! Vinsi il desiderio di buttare via tutto e cominciai ad impastare con le dita e ad aggiungere altra acqua e farina….lasciai così all’aria per altri 3 giorni….e così via, ogni volta quella massa puzzolente cresceva e saliva fino al bordo della ciotola….era fatta! Dopo due mesi circa feci il primo pane: cavolo! Aveva il sapore acido e profumato del pane di nonna Santa!!! Non ci potevo credere e da allora non lo abbandonai più. Me lo portai anche in vacanza per non lasciarlo solo….non ridete:-))))! Non potevo farlo morire, dovevo nutrirlo almeno 2 volte a settimana. E così Lui ed io non ci lasciammo più, tanto che ormai la nostra complicità è così consolidata che ora posso permettermi il lusso di trascurarlo, qualche volta e Lui mi perdona sempre e diventa più forte di prima, lo sa che lo amo!
Questo pane che vedete in foto è l’ultima delle tante lievitazioni che abbiamo condivisio Lui ed io. E’ nato per essere pizza, infatti, l’impasto l’avevo preparato per fare delle pizze in famiglia e con tutto ciò, dal momento che è avanzato, ne è venuto un pane favoloso. L’ho lavorato un pò dandogli la forma del filone e l’ho lasciato crescere sulla teglia, poi l’ho cotto al forno. Vorrei far notare, che grazie alla indiscussa farina del Mulino Marino (e al mio lievito!) il risultato è stato eccellente: un pane fragrante, profumato e pieno di buchi. Anche per le farine, come per il lievito ho intenzione di dedicare altri post, secondo la mia esperienza. Insomma, non ci piove: se i prodotti sono di prima qualità e indubbia reputazione non può venire male, non ti può non crescere e non può non rendere l’amore che metti nel crearlo!
La foto della pizza non ce l’ho l’hanno spazzolata tutta! Accontentatevi del pane:-)
Pizza e……pane per caso!
800 gr. di farina bianca 0 (io avevo Mulino Marino buratto)
200 gr. di farina integrale
200 gr. di bimbo…..ehm…lievito madre:-)
1 cucchiaio di malto d’orzo (o miele)
15/20 gr. di sale
50 gr. di olio extra
acqua q.b.
Fare la fontana con le due farine mescolate insieme. Versare al centro il lievito madre, il malto e con un poco di acqua impastare per rendere fluida la massa poi aggiungere il sale ma attenzione distribuirlo in maniera uniforme solo sui bordi della fontana. Versare al centro anche l’olio e con le dita mescolare ed unire alla massa morbida del lievito. A questo punto iniziare ad incorporare acqua anche al resto della farina. Il composto deve risultare molto morbido ed idratato, quindi regolatevi con l’acqua. Impastare velocemente con le mani aiutandovi con una spatola, questa vi farà evitare di aggiungere altra farina che non serve. In una ciotola di plastica o vetro ben unta di olio extra versare il composto e coprirlo con una ciotola più piccola o con un coperchio che faccia da campana. Il lievito ha bisogno di respirare, quindi non lo soffocate. Per accelerare un pò i tempi (perdonate, perdonate per tutti quelli che fanno il lievitino, 24 ore in frigo ecc. ecc.) immergete la ciotola nella vasca del lavandino con dell’acqua calda.:-) Preoccupatevi, ogni tanto di cambiare l’acqua quando si raffredda. In questo modo l’impasto deve stare almeno almeno 3/4 ore. Quindi anche se ho messo l’acceleratore non vi illudete: il lievito madre ha i suoi tempi. Vi accorgerete che è arrivato il momento di stendere in teglia quando avrà raddoppiato il suo volume. Ed è qui che dovete scaravoltare il contenuto della ciotola sulla tavola facendo attenzione a non toccare la pasta con le mani. Ora prelevatene una parte che può contenere la vostra leccarda e stendete l’impasto allargandolo delicatamente con le dita. Condire la pizza a piacere………posso suggerire? Patate lesse, schiacciate con la forchetta ripassate in padella con aglio, olio e peperoncino e pezzetti di salsiccia!!!!! E’ la mia preferita!
P.S. Ovviamente se vi avanza un certo quantitativo di pasta dategli la forma di un filone o pagnotta sulla teglia con carta da forno e lasciatelo ancora lievitare fino al raddoppio, poi lo infornate a 200°C per i primi 10 minuti e poi abbassate un poco a 180°C fino a cottura. Buon impasto a tutti!
Che dire: Brava maestra!!!!la tua passione esplode in ogni riga.Il meraviglioso mondo della cucina ti ringrazia per la competenza e serietà e noi che ci deliziamo con le tue ricette abbiamo trovato un ottimo ponte di comunicazione tra cuoche curiose e gourmets o apprendisti tale. Lunga vita al tuo blog.Inès